NICOLA BERTOGLIO
iphoneografo
Mostra personale “adamo é nudo” presso spazio hus a milano dal 28 marzo al 5 aprile 2019
giovedì 28 marzo 2019
ADAMO E’ NUDO
Mostra personale con performance
Di Nicola Bertoglio
Spazio Hus - Via San Fermo 19, 20121 Milano
Dal 28 marzo al 4 aprile 2019
Inaugurazione, giovedi 28 marzo 2019, ore 18.30
In questa mostra dell’artista “iphoneografo” Nicola Bertoglio sono raccolte opere di due ricerche aventi protagonista il corpo maschile. Nella prima, dal titolo "Capendo Adamo" e risalente al 2013 l’artista fotografa corpi maschili con fisici statuari con l'intento di scomporli in parti essenziali e ricomporre le stesse in forme primitive e primordiali che nascono dal suo inconscio più profondo. I modelli sono tutti non professionisti ritratti in modo naturale e senza indicazioni rigide da parte dell’artista. La spontaneità e il caso sono elementi che si ricollegano al tipo di fotografia praticata da Bertoglio: la iphoneografia. Nella seconda, più recente, dal titolo "Corpo Libero", gli stessi modelli sono fotografati nudi in modo integrale per ragionare sulla forma maschile reale e non reinterpretata come nel precedente progetto, puntando l'attenzione sul fallo, oggetto e concetto ancora oggi considerato tabù. Il giorno della inaugurazione Nicola Bertoglio eseguirà una performance di Iphoneografia dal vivo in condivisione istantanea su instragram fotografando un modello completamente nudo e la reazione del pubblico alla sua presenza, con l’intento di analizzare il rapporto tra nudità come situazione fisica e nudità come manifestazione di interiorità.
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IL CORPO È ANIMA: L’ETICA INSCINDIBILE DALLA PUREZZA DELLA NUDITÀ UMANA
di Daniele Priori*
Adamo è nudo. Nicola Bertoglio, il primo artista “iphoneografo” di corpi maschili che mi sia capitato di conoscere, ci invita, in un solo evento, ad abbattere nello stesso momento pregiudizi artistici e tabù morali. Il medium scelto, anzitutto - lo smartphone di Apple - connota fortemente il messaggio: la dirompente modernità, oltre i canoni tecnici della tradizionale fotografia, e ci consente, apparentemente senza troppi shock, di compiere un salto nella notte dei tempi, conducendoci in un percorso che riporta all’alba dell’umanità, genesi di una spiritualità figlia del legame inscindibile tra corpo e anima. Il corpo dell’uomo diventa così un feticcio scomposto di linee e forme originali, connaturate all’essenza stessa dell’esistenza umana che mette in una relazione radicale e unica anche il tempo e lo spazio del divenire di ogni singola persona. Bertoglio ci porta a capire, in realtà senza dichiarate volontà didascaliche, come la scissione violenta e radicata, ad esempio, nelle dottrine monoteiste, tra corpo e anima, sia in realtà un compromesso al ribasso e troppo fragile per l’essere umano che continuamente mette il proprio essere “fisico” al servizio dell’esperienza spirituale e viceversa. Un viaggio allo specchio, dove corpo e anima diventano ascrivibili a un espressionismo razionale che si accende di spirito nei movimenti. Gli scatti di Bertoglio ci portano a contatto con una logica più lineare di quanto si immagini. Viviamo tutti in una gabbia nella quale la dimensione corporea ci rende esseri umani, multiformi e simmetrici. Le dinamiche del movimento ci rendono uomini e il tempo diventa la cattiva coscienza che ci ricorda l’assolutezza apparente della libertà, rappresentata appunto da una gabbia pressoché invisibile ma marcatissima che è il contesto, la cornice stessa, interna e esterna ai quadri, da cui, ci piaccia o meno, non riusciamo a liberarci. Dai volti ritratti emergono spiritualità e tormento, dalla tecnologia che si presta alla fotografia moderna (l’iphoneografia) affiorano spazi di quella libertà vera che ci dà accesso all’iperuranio delle idee, è al di sopra di tutte le possibili convenzioni e ha bisogno di una nudità aprioristica per manifestarsi appieno. Solo così l’arte riesce a rendere a ogni modello il fascino di Adamo, il primo uomo, che ha sentito il bisogno di coprirsi solo nel momento in cui si è sporcato del peccato originale. Vale la pena, dunque, immergersi nella purezza degli occhi di un artista senza troppe sovrastrutture quale è Nicola Bertoglio, capace di restituire all’umano la sua essenza più semplice e meravigliosa, sottratta agli sguardi da due millenni di oscurantismo che ora ci viene riconsegnata dall’occhio discreto di uno smartphone che, per una volta, non prende le inquietanti forme del Grande Fratello ma collabora, con risultati di seducente bellezza, all’opera di un artista capace di sconfinare, senza scandalo ma con coraggio pionieristico, in una nuova dimensione di ritrovato fascino e indubbio, altissimo ed etico senso dell’estetica più autentica.
*Daniele Priori è giornalista professionista, già redattore di quotidiani locali e direttore di periodici a Roma e nel Lazio, è stato tra le firme di quotidiani quali L’Indipendente e il Secolo d’Italia. È autore di poesie e racconti pubblicate in antologie, tra le quali “Men on Men” (Mondadori). Con Massimo Consoli ha scritto “Diario di un mostro - Omaggio insolito a Dario Bellezza” (Anemone Purpurea). Dal 2015 è tra i blogger dell’edizione italiana di Huffington Post (Gruppo Espresso - Repubblica).
Di seguito il link con le immagini create da Nicola Bertoglio durante la performance:
https://www.instagram.com/explore/tags/adamoènudo/
Queste le immagini di Nicola Bertoglio in azione.