NICOLA BERTOGLIO

iphoneografo

mostra personale presso circuiti dinamici a milano dal 13 novembre al 2 dicembre 2016

domenica 13 novembre 2016

Nicola Bertoglio e Laura Ghirlandetti durante la presentazione della mostra.


BOY/TOY: Identità di Crisi di un Uomo Contemporaneo


CIRCUITI DINAMICI

Via Giovanola, 19c

Milano.


Inaugurazione domenica 13 novembre 2016, ore 17.30.


Nicola Bertoglio è un artista che scandaglia il reale con la forza di uno sguardo "interno", che sottopone al vaglio l'esistente dandone lettura con un inconscio agito nell'esperienza quotidiana. L'atteggiamento, un po’ da sciamano un po’ da scienziato, rende Nicola sensibilissimo all'intorno: il contesto che l'artista ferma in forma estetica con l'aiuto tecnologico del suo IPhone, mezzo da cui nasce l'intera sua produzione artistica, vissuto come "l'unica vera e propria estensione del mio sguardo che mi permette di vedere il mondo dall'interno del mio inconscio".

Immediata è così la sua osservazione e presa sulla realtà, che per tramutarsi in opera impiega invece rielaborazioni plurime, meditate e al contempo percepite dai suoi sensi, e dalla sua profonda vista onirica. Il progetto, presentato qui a Circuiti Dinamici, interroga, come dice il titolo, l'"identità di crisi" dell'uomo contemporaneo, un'identità che dichiara fin da subito di trovarsi scissa, e sembra in bilico in una scelta perenne: il nostro presente.

Non a caso il punto di vista dell'artista sfocia nel gioco, nella "visione bambina", che dà adito a molteplici possibilità e soluzioni. La maschera da supereroe-robot consente un allontanamento ironico, un filtro, richiamando inoltre la tecnologia attraverso cui lo sguardo di Nicola legge il mondo e lo interpreta; e sarà proprio Siri, l'assistente digitale presente nei dispositivi Apple, a definire e specificare il significato del termine.

Accanto ad ogni opera sarà infatti presente un QR-code che rimanda ad una voce maschile recitante una definizione della parola "crisi" chiesta a Siri. Una lettura un po’ più ambigua, meno pacificata di quello che a primo acchito può sembrare, è però contenuta nelle domande dell'artista; da un lato abbiamo la rassicurante vicinanza di una tecnologia pervasiva ma indubbiamente friendly, che fa sempre più parte della nostra esistenza, ma dall'altro la consapevole diffidenza circa il rischio che "una contemporaneità che spersonalizza" e "dove la tecnica definisce chi o cosa siamo" può comportare.

Ed è sull'onda di questa seconda lettura, che prende le mosse dal gioco sereno e nostalgico di un bimbo cresciuto negli anni '80, che si traccia tutta la geografia esistenziale di uno spaesamento profondo, di un'identità nascosta perché forse del tutto negata, che sfocia nel concetto d'"intercambiabilità", d'"indifferenza" della propria storia, e di un'identità confusa nel mito di una "funzionalità" perenne.

Il volto qui coperto dalla maschera del robot nega la "ferita" e le emozioni del singolo essere umano, in una parola nega la sua storia, cancellata in un "sol blocco" dall'armatura di una maschera metallica, metafora di un essere perfetto e mitologicamente indistruttibile: la macchina, quello a cui ancora oggi l'uomo sembra voler tendere, e somigliare.

Accanto alle opere sarà inoltre presente parte del processo di rielaborazione e del percorso: una presentazione video di immagini del progetto "Boy/Toy" non presenti in mostra, e avente come colonna sonora le risposte ad interviste fatte a ragazzi di età differenti sul concetto di crisi propria e dell'uomo contemporaneo, sarà proprio Siri in questo caso a porre le domande, che danno luogo ad una panoramica di "varia umanità" con un sapore d'inchiesta sociale, come un controcanto collettivo delle opere in mostra.

Sarà infine presente un ulteriore video con lo shooting delle prime due opere; un vero e proprio backstage che si fa performance, e che verrà ad integrarsi alla serie "@rtwork": la serie di fotografie estemporanee che Nicola scatta, vestito con una pettorina da lavoro, lasciandosi guidare dall'imprevedibilità dell'evento.


Laura Ghirlandetti